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Recensioni

J.P. Bimeni & The Black Belts – Give Me Hope

21 marzo 2022 by Silvano Brambilla in Dischi, Recensioni

(Lovemonk Records)
www.lovemonk.net
www.ballantynecommunications.com

E’ nato già nobile perché discendente da una famiglia reale del Burundi. Oggi, da par nostro, ci permettiamo di estendere quel titolo così nobiliare anche per la sua attendibilità di interprete della musica black. Non è stato facile per Jean Patrick Bimeni, in arte, J.P. Ancora ragazzino causa un attentato rimase in fin di vita, ma con già grande forza di volontà ne uscì, “sento che non morirò, sento che vivrò a lungo per girare il mondo e proverò a me stesso e a gli altri che non c’è solo odio e omicidi”. Nei primi anni novanta è costretto a scappare dal Burundi per la guerra civile, arriva in Inghilterra e riesce ad ottenere lo stato di rifugiato. In seguito a Londra fa svariati lavori e il rapporto con la musica era ancora intermittente, c’è anche il motivo che essendo un cantante ha bisogno di una band, ma passando da una all’altra la relazione non dura. Inconsciamente il destino volle che iniziò a legarsi anche al nostro paese, grazie ad un produttore italiano che vive a Londra il quale si diede da fare per registrare il suo primo EP. L’interesse verso J.P inizia a crescere al pari della sua passione per la musica soul/r&b, ed è in Spagna che avviene la definitiva consacrazione. Nel 2013 viene invitato per un concerto tributo a Otis Redding, e la sua performance lascia buoni segnali, ma è qualche anno dopo che nelle vesti di ospite di un gruppo funk, viene notato dalla Tucxone Records, che dichiarerà: abbiamo trovato l’uomo che stavamo cercando, dando poi vita al disco d’esordio, Free Me, uscito nel 2019, inizio anche del sodalizio con un gruppo di musicisti madrileni uniti sotto il nome di, the Black Belts. E’ fatta, un nuovo capitolo si è aperto per J.P Bimeni, ma pure per gli appassionati di soul e r&b che hanno ritrovato in lui/loro quel clima della tradizione con i fondamentali di quella parte di musica nera così vibrante e seducente, riproposta oggi, senza però una eccessiva modernità. Anche l’Italia si è accorta di lui, i vari mezzi di informazione gli hanno dato spazio fra lusinghiere recensioni del disco, interviste, concerti, fra i quali la partecipazione all’edizione del 2019 del Porretta Soul Festival. Abbiamo pensato che era doveroso spendere ancora qualche riga in più su J.P Bimeni & The Black Belts perché con questa seconda prova discografica, ha/hanno dato un ulteriore impulso ad una affinità e ad una maturità stilistica/interpretativa rassicurante. L’essenzialità della confezione in digipack con foto in bianco e nero all’interno, è lo specchio di quello che si ascolta, niente disarmonie, tutto è ben amalgamato negli autentici intrecci della black music, fra canto, sezione fiati, sezione ritmica e qualche musicista aggiunto. Se in, Four Walls, c’è un uso, parco, di una sezione d’archi, nella successiva, Not In My Name, è un ruspante r&b a premere, per poi abbassare i toni nella ballad, Find That Love, dove J.P è perfettamente calato in quelle attraenti atmosfere. Incalzante è il ritmo impresso alla title track, ritmo che cambia registro per lo strumentale, Ghost City, dove si percepisce quanto la Daptone ha lasciato il segno nelle sonorità black di oggi. Avanti con, Precious Girl, ennesima conferma della maestria al canto di Bimeni e dei musicisti che formano,The Black Belts. La chiusura è con, Found A Good Thang, un riuscito mix di passato e presente sempre dall’aromatico suono black. J.P Bimeni torna al Porretta Soul Festival edizione 2022.

Silvano Brambilla

 

Tracce

Four Walls

Not In My Name

Find That Love

Guilty & Blessed

Give Me Hope

Ghost City

James Stern

Precious Girl

When Everything Is Wrong

Mathematics

Found A Good Thang

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