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Mud Morganfield Live, Festival Dal Mississippi al Po

30 giugno 2023 by Silvano Brambilla in Concerti, Recensioni

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mud Morganfield, Festival Dal Mississippi al Po – 21 Giugno 2023

Nel variegato programma musicale-letterario, della diciannovesima edizione del Festival itinerante, “dal Mississippi al Po”, era incluso anche il concerto di Mud Morganfield a Fiorenzuola D’Arda (PC) lo scorso 21 giugno. Porta un cognome nobile per la storia della musica e non solo, ma anche pesante, sempre esposto a raffronti con la figura paterna, Muddy Waters (McKinley Morganfield). Mud è il figlio maggiore, ma in realtà si chiama Larry Williams, perché cresciuto dalla madre e parenti, e con un rapporto con la musica poco attraente fino alla morte di Muddy Waters avvenuta il 30 aprile del 1983. Probabilmente responsabilizzato nel tenere viva la leggenda di cotanto padre è diventato un artista professionista, assumendo anche il nome d’arte di cui sopra. Di fatto dai primi anni di questo secolo ha iniziato a pubblicare dischi e a collaborare con svariati artisti della scena blues non solo di Chicago. Quando arriva in Europa si avvale di un buon quartetto inglese dell’armonicista Steve “West” Weston, fra le cui fila c’è il tastierista italo-inglese, Eric Ranzoni e una apprezzabile sezione ritmica di batteria e contrabbasso.

 

 

 

 

 

 

 

 

Il pezzo di apertura del quartetto è servito per introdurre Mud Morganfield e subito non abbiamo potuto fare a meno di pensare a suo padre, non per il basso che ha suonato solo per il primo pezzo, ma per essersi accomodato sullo sgabello, come faceva spesso anche Muddy, per una somiglianza nei lineamenti, nella mimica facciale, nei gesti con le mani, nelle tonalità vocali. Il tutto però non ha condizionato una sua personalità, con predisposizione naturale ad un canto robusto con qualche sfumatura intensa, ben assecondato da una affiatata band, appezzabile per senso della misura sia nell’accompagnamento che nelle fasi soliste. La proposta dei pezzi era tutta basata sullo storico repertorio di Muddy Waters, da “Blow Wind Blow” a “She’s Nineteen Years Old”, da “Hoochie Coochie Man” a “I Want To Be Loved”, a “ Got My Mojo Working, ecc. Rilevante anche il fatto che ha ripreso un paio di pezzi fra i meno conosciuti di Muddy Waters, e non usuali nel rifacimento di altri, “Can’t Get No Grindin (What’s The Matter With The Meal)” e “Strange Woman”. Il bis “Mannish Boy” chiude un piacevole concerto senza quel senso di tediosa imitazione, ma piuttosto un soddisfacente percorso a ritroso nella storia del blues elettrificato.

Silvano Brambilla

Foto di Matteo Bossi

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