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Area Open Project – Terry & Gyan Riley, Genius Loci, Cenacolo di S.Croce, Firenze, 21-22 settembre 2018

23 settembre 2018 by Michele Manzotti in Concerti, Recensioni

www.controradio.it

Nelle foto di Eleonora Birardi Area Open Project e (sotto e in home page) Terry Riley

Uno dei vari momenti di attrazione di Genius Loci (manifestazione a cura di Controradio e Controradio Club nella cornice suggestiva del Cenacolo di S.Croce a Firenze) era l’incontro con l’eredità degli Area. Infatti tanto pubblico, nonostante altri concerti in contemporanea, ha voluto in qualche modo rendere omaggio a un nome che ha voluto dire tanto per la musica italiana nei Settanta. Il progetto ruota attorno al componente storico Patrizio Fariselli, affiancato da Claudia Tellini alla voce, Marco Micheli al basso e Walter Paoli alla batteria e intende continuare l’esperienza del Reunion Tour tra il 2010 e il 2014. Certo quando si parla del gruppo, pur in un contesto temporale diverso, non si può non pensare alla figura di Demetrio Stratos e alla sua voce unica. Per questo troviamo sia stata una buona idea affidare il canto a una voce femminile come Claudia Tellini, apprezzata interprete jazzisitica. Proprio nelle parti più vicine al jazz la solista ha convinto maggiormente accollandosi comunque un compito non indifferente da un punto di vista tecnico. Occhi e orecchie puntate anche su Patrizio Fariselli, testimone di un’epoca, strumentista e compositore di livello, che fortunatamente non ha puntato su una sterile operazione nostalgia. Certo non sono mancati i classici (Cometa Rossa come pezzo iniziale, Giro Tondo, Luglio agosto settembre nero al termine), ma anche gli altri brani mostrano un’ottima qualità nella struttura e nella resta strumentale.

La mattina seguente l’appuntamento era alle 6 (poi slittato verso le 6.45): ma la levataccia per il concerto di uno dei padri del minimalismo è valsa la pena. Perché la presenza di Terry Riley non poteva passare inosservata a tanti appassionati di musica. Un interesse trasversale che accomuna classica, jazz e rock e che trova la sintesi nella figura del musicista americano, oggi 83enne. Riley è in tour in Italia insieme al figlio Gyan: il chiostro del Brunelleschi, si è riempito anche in un orario inconsueto per un concerto, anche se oggi non è più un fatto raro. Riley e il figlio Gyan alla chitarra hanno scelto un repertorio dove l’idea melodica era sempre ben presente, sia che fosse sviluppata grazie a influenze etniche (e qui la voce del compositore è ancora sorprendente) sia nel dialogo tra gli strumenti. L’elettronica è dosata sapientemente sui suoni acustici, come quelli del pianoforte e della clavietta. Molto del repertorio scelto per la mattinata deriva dal nuovo album inciso dai due sotto il nome di The Rileys, ovvero Way Out Yonder. Una scelta premiata dal pubblico (che per essere arrivato all’alba era comunque molto motivato) che si è lasciato un po’ cullare da musiche di livello qualitativo alto nonostante un approccio non difficile. Certo è che Riley resta nell’immaginario collettivo come l’autore di In C e di A Rainbow in Curved Air, che tanto ispirò Mike Oldflied nella scrittura del suo Tubular Bells. Proprio il tema di questa composizione è stato presentato come ultimo brano, con l’entusiasmo (ovviamente) alle stelle. Anzi, verso il sole spuntato da poco.

Michele Manzotti

 

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