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Recensioni

Donella Del Monaco, Paolo Troncon & Opus AvanTra Ensemble – Rosa Rosae

4 aprile 2019 by Michele Manzotti in Dischi, Recensioni

(MP & Records / GT Music Distribution)
www.donelladelmonaco.com

Tenendo in mando il disco siamo contenti di rivedere nomi di un passato musicale glorioso, quale quello dei primi 70 in Italia. Rosa Rosae è infatti firmato da Donella Del Monaco e dall’Opus AvanTra Ensemble: un marchio, Opus AvanTra, dove Del Monaco era voce solista, che ha contribuito allo sviluppo di una scena nazionale molto viva e piena di esperienze da non dimenticare. Molte nel segno del prog, anche se gli Opus non lo erano in senso stretto: piuttosto erano dei precursori di quel genere che riuscivano a tenere ben distinte le ispirazioni (AvanTra era l’acronimo di avanguardia e tradizione) nella miscela del loro suono. Tra l’altro questo disco è prodotto artisticamente da Renato Marengo, già produttore a suo tempo di Introspezione. Ovviamente l’album di oggi  arriva in un epoca dopo che nella musica i cambiamenti sono stati continui e dove il prog non è tra i generi più praticati. Non ci sono Alfredo Tisocco e Giorgio Bisotto, che comunque erano presenti nella reunion 2008 per il Giappone, componenti originari della formazione. C’è la presenza di Paolo Troncon, coautore di quasi tutti i brani e al pianoforte, e di un Opus AvanTra Ensemble formato da Del Monaco, Mauro Martello a flauto e sax soprano, Andrea De Nardi alle tastiere, Laura Balbinot al violoncello e Giorgio Cedolin alla batteria. Anche in questo caso la parola prog è adatta e non lo è allo stesso tempo. Certo l’atmosfera del genere si percepisce, senza però una caratterizzazione vera e propria.  Ci sono molte idee dalla classica (Cycles con ospite Alberto Radius alla chitarra e Scleratus con Lino Vairetti), dalla musica etnica (la traccia titolo è un tango modernizzato e stravolto mentre Mandala vede la presenza anche di Tony Esposito alle percussioni), dal pop di Vento del Nord con Jenny Sorrenti. Un bel ritorno che non sa di nostalgia, ma vuole guardare avanti.

Michele Manzotti

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