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Yo Yo Mundi – La rivoluzione del battito di ciglia

23 gennaio 2021 by Marco Sonaglia in Dischi, Recensioni

(Felmay / Egea)
www.yoyomundi.com

A quattro anni da “Evidenti tracce di felicità” tornano gli Yo Yo Mundi, storico gruppo folk di Alessandria, con un nuovo ed ispirato lavoro dal titolo “La rivoluzione del battito di ciglia”. La band capitanata da Paolo Enrico Archetti Maestri (voce solista e chitarre) con Eugenio Merico (batteria), Andrea Cavalieri (basso elettrico, contrabbasso e voce), Chiara Giacobbe (violino), mostra le consuete qualità in queste undici tracce. Apre le danze ” Ovunque si nasconda” (“Ai sorrisi che avvicinano più dei passi, ai disegni nell’acqua dei sassi, alla giocosa malinconia dell’infanzia, a De André, Fenoglio e Pazienza, ai dubbi che sono i nomi dell’intelligenza, al filo che ricama ogni speranza”) un inno alla bellezza e alla felicità con sonorità folk, più di atmosfera la successiva ” Fosbury” ( ” Ci sono artisti che intuiscono la scienza di domani, altri che innocenza si sporcano le mani, ci sono uomini che lasciano impronte sulle lune, altri che cambiano il mondo, stando fermi in riva al fiume”) con innesti di flicorno (Giorgio Li Calzi), cornamusa (Simone Lombardo) e la doppia voce di Daniela Tusa: Un arpeggio di chitarra elettrica sostiene ” Spaesamento” (“Ora a noi sanguinano le emozioni, a non finire, non so che dire, salto un giro, ma la distanza è quasi colma, la calma questa sconosciuta nella pancia dei supermercati”), chitarre acustiche, violino e batteria per “Il paradiso degli acini d’uva” (“Vino che bella parola quando ti toglie la sete, basta da sola a uccidere la polvere, a spaccare le pietre, il vino è un continuo andare, andarti a cercare, ci vorrebbe una lingua lunga, da qui fino al mare, il vino ha radici di brace, foglie come scintille”), il fischio e il contrabbasso ci caratterizzano ” Il respiro dell’universo” ( ” Quando il tempo ci assomiglia, si zittisce il cielo, quando il vento passa e spettina le ciglia, si dipinge il cielo”), “Bacio sospeso” (“E c’era qualche dio che li guardava , c’era una stella, c’era una strada e qual sogno d’amore spostato un po’ più in là, il sapore d’ombra di un “chissà”? “) è un brano intenso, con un’intimità creata tra la chitarra acustica e l’ocarina di Gianluca Magnani, sonorità rock per ” Il silenzio che si sente ” (“Siamo pesci che nuotano, ad occhi spalancati, nei sogni abbandonati in questo fiume insanguinato, siamo il vento malato che contagia il mondo, il tempo avvelenato che uccide il mondo, siamo i lampi che illuminano le anime innocenti, siamo l’eco di queste montagne, siamo i denti da latte dei lupi, mammelle tiepide delle cagne, siamo campi calpestati dagli anfibi dei soldati, qui dove non nasce più niente”) con la chitarra elettrica di Fabrizio Barale e il sassofono di Maurizio Camardi, ” Lettera alla notte ” (“Il tumulto di un cuore tagliato, la spiga che vibra quando passa la lepre, le dita tra le piaghe di un libro che si apre sui mondi che non avevi mai sfogliato” ) si caratterizza per la sovrapposizione delle voci femminili di Alice Cavalieri e Donatella Figus con quella di Maestri. Ancora un duetto con Daniela Tusa per ” Ninna nanna del filo” (“Ninna nanna della seta, che ti specchia nella sera, ninna nanna della lana, che risplende nella luna, ninna nanna del cotone, che accarezza il mio bambino, ninna nanna per quel filo che ricama tutti i osgni tuoi”) con la gran cassa di Alan Brunetta a scandire il tempo, ritmi calzanti con la fisarmonica di Fabio Martino e la ghironda di Simone Lombardo per ” Vcr” (” C’è quassù la valle che resiste, questa luna ci proteggerà, ma è nel sole che troverai la forza per difendere la nostra libertà, per difendere la nostra dignità, per difendere la vita che verrà” ), impreziosita anche dalla voce di Marino Severini dei Gang, la Marimba di Alan Brunetta e il sassofono di Maurizio Camardi pennellano “Umbratile” ( “Le mani che cercavano le mani in quella primavera di gioia e tormento, visioni e schizzi di rugiada, il legno canticchiava, la brace che incendiava il volto, le dita che sfioravano le dita , gli aghi sulla strada, ricami vita al cielo”), il brano che chiude il disco. Un ottimo ritorno per gli Yo Yo Mundi, con un disco  ispirato, grazie alla scrittura sempre interessante e ricercata di Archetti Maestri e il grande lavoro di squadra per quello che riguarda gli arrangiamenti. Disco consigliatissimo per gli amanti di un rock folk impegnato, mai banale, che tocca tematiche importanti, di cui gli Yo Yo Mundi restano una delle realtà più felici e consolidate.

Marco Sonaglia

 

Tracce

Ovunque si nasconda

Fosbury

Spaesamento

Il paradiso degli acini d’uva

Il respiro dell’universo

Bacio sospeso

Il silenzio che si sente

Lettera alla notte

Ninna nanna del filo

Vcr

Umbratile

 

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